Analisi in occasione della giornata mondiale
In questi giorni l’attenzione intorno a questa patologia è cresciuta, grazie al fatto che il 21 settembre è stata celebrata la XIII Giornata dell'Alzheimer e il ministero della sanità ha evidenziato il consistente costo sociale che supera gli 11 miliardi di euro per l'assistenza, di cui però, aspetto assolutamente serio, il 73% è a carico delle famiglie.
In estrema sintesi si può dire che l’Alzheimer è dovuto ad un accumulo anormalo di alcune proteine nel cervello, che provoca questa malattia neurodegenerativa, che ha come effetto più evidente la perdita di memoria. Ma in molti casi questo non è, specificano gli esperti, l'unico campanello d'allarme. Ci sono infatti ad altri sintomi come la perdita di inibizione, difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel parlare. Gli italiani con Alzheimer, secondo dati Censis 2016, sono in aumento e cresce anche l'età media, pari oggi a 78,8 anni rispetto ai 77,8 anni di dieci anni fa. Ma esistono forme precoci che riguardano circa il 5% del totale dei casi.
In tutto il mondo ci sono sperimentazioni scientifiche per mettere a punto possibili farmaci; purtroppo ad oggi una terapia ancora non esiste e la diagnosi di Alzheimer è spesso complicata. Difficile infatti distinguerlo da altre forme di demenza, come quella di origine cardiovascolare o quella dei corpi di Levy, che interessano altri circa 600mila italiani, portando a oltre 1,2 milioni il numero complessivo delle persone affette da disabilità cognitive.
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